Avevo dimenticato che Casablanca si svolge a Parigi. Avevo dimenticato che c’è, dentro al film, un altro film: è il flashback di Rick, che si svolge là dove ha avuto luogo l’antefatto della vicenda, l’incontro con Ilse. Cosa trasmette, oggi, il cult movie per eccellenza – Umberto Eco dixit ? Una possibile risposta sta appunto nel ripercorrere il film sulla falsariga della sequenza parigina.

 

Ricordo

 

Mentre i Nazisti invadono la capitale francese decretando così l’inizio della fase più terribile della Seconda Guerra Mondiale, Rick e Ilse s’innamorano. Lei crede di aver perduto il marito, intellettuale dissidente, in un campo di concentramento. Lui è invece reduce dall’ennesima lotta mercenaria in difesa della “causa persa” della libertà ed esita sul da farsi. Interrotte dalla guerra, le loro vite hanno entrambe perso il loro orizzonte di riferimento. In pieno stato d’eccezione, dunque, Rick e Ilse si incontrano in una breccia dello spazio-tempo dove la passione può dettare legge: s’innamorano senza conoscersi, senza che ci sia bisogno di aggiungere nulla. “Ad occhi chiusi”, immaginano di lasciare Parigi - insieme. Le cose però non vanno come devono: Rick partirà da solo, una lettera di Ilse gli annuncia che lei non lo seguirà.

 

Metonimia

 

La guerra e l’innamoramento, l’una dentro l’altro, a Parigi. Quest’ultima diventa pertanto la metonimia di Casablanca: quanto avvenuto in passato serve a comprendere quello che succede adesso, ovvero a capire il profondo turbamento di Rick nel rivedere Ilse. Ma non è solo per questioni di sceneggiatura che la sequenza serve a decifrare l’intero film. Il flashback, infatti, spiega non solo il passato delle azioni dei personaggi, bensì agisce come una chiave di lettura che decostruisce il presente delle loro intenzioni future. Vero e propio cortometraggio sentimentale inserito in un film pacifista, le “vacanze parigine” di Rick e Ilse non hanno niente di credibile. La gita in macchina fuori porta col vento tra i capelli, il giro in bateau-mouche lanciandosi le noccioline, le coppe ricolme di champagne in una lussuosa suite d’albergo... ogni dettaglio pare la caricatura della joie de vivre. Il tutto scade presto nel ridicolo, e per almeno due ragioni. A fare di Parigi una cartolina kitch, è in primis il confronto con le atmosfere convulse e angosciate di Casablanca e dei suoi abitanti in attesa di poter fuggire verso il Nuovo Continente. La seconda ragione è che il flashback emerge direttamente dai ricordi di Rick: quanto vediamo è, cioè, frutto del suo immaginario, un souvenir idealizzato dell’innamoramento con Ilse.

Ma c’è dell’altro. Si tratta di un ricordo che conserva una carica struggente dato che in esso convivono il momento più felice e quello più terribile della vita di Rick (dato che Ilse lo ha amato e abbandonato). Tale paradossalità è ciò che rende il vissuto ingestibile e il ricordo troppo doloroso: per riaccedere a quel ricordo d’amore, Rick deve ricordare anche la sua perdita. Illogica, l’esperienza parigina è un trauma che Rick decide di bandire dalla mente, fino all’arrivo imprevisto di Ilse e del marito nel suo “Café americain”.

 

Simultaneità

 

Ricordo struggente, Parigi riemerge una notte alla vista di Ilse attraversare la sala del suo locale “francese” di Casablanca. Luogo colonizzato dalla storia intima e mondiale, la ville lumière è dove Rick e Ilse hanno sperimentato che la sincronia degli eventi non lega in alcun modo la storia degli individui alla storia collettiva. La simultaneità non crea alcuna solidarietà tra le vicende umane. Pertanto, un colpo di fulmine – una violenza rigenerante – scoppia allo stesso tempo dell’esplosione dei “cannoni” – una violenza mortifera. Tuttavia il film mostra insistentemente che le due sfere sono intrecciate: ogni volta che i personaggi parlano di guerra, si parla d’amore – e ogni volta qualcuno parla d’amore, si parla di guerra. “Was that a cannon fire, or is it my heart pounding?”: la citazione che vale tutto lo script indica che Rick e Ilse sono gli elementi metaforici in un’interrogazione tragica. La storia umana non sarebbe che un caos in cui le vicende personali e quelle collettive si comportano come movimenti autonomi, inconciliabili e il cui controllo mette in crisi la capacità di agire.

 

As time goes by...

 

Quoi faire, dunque, di fronte al cortocircuito tra la storia degli uomini e delle loro passioni, incarnate dall’avanzata del Nazismo e dall’amour fou? Filo conduttore tra Parigi e Casablanca, il pianista al seguito di Rick, come un disneyano grillo parlante, canta una possibile soluzione: “You must remember this/a kiss is just a kiss, a sigh is just a sigh”. Quel “just” mette l’attenzione su una contraddizione tanto essenziale quanto difficile da vedere. Proprio perché un bacio non è che un bacio, tutto quanto fa parte del nostro paesaggio interiore è invisibile, non fa parte del mondo delle azioni. Vi sarebbe cioé tra quest’ultimo e la vita interiore un’eterogeneità nonchè un’inequivalenza irriducibili.

 

“Ricordare” questa differenza, significa riconsegnare la storia personale al limite della sua a-temporalità, ma in un certo senso anche alla sua immortalità. Se è vero che Rick e Ilse s’innamorano al momento sbagliato, è altrettanto vero che essi avranno per sempre “Parigi”.


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